VIVACITA’ E INDIPENDENZA: ENRICO MAZZOLANI

Un artista lontano dalle correnti e dalle mode, Enrico Mazzolani  è stato definito da critici come il Marangoni “uno dei più promettenti artisti del Novecento”.

Nato a Senigallia nel 1876 e figlio di un nobile marchigiano, frequenta ambienti molto differenti, inizia gli studi artistici a Roma e si avvicina all’ambiente dei ceramisti di Faenza, per approdare poi a Milano dove inizia a lavorare anche come architetto.

Questa città diventa la sua seconda casa, qui si stabilisce infatti in maniera definitiva, fino alla sua morte nel 1967, diventando frequentatore assiduo dell’ambiente degli intellettuali milanesi che gravitano attorno alla trattoria di via Bagutta nel periodo tra le due guerre.

Nonostante le sue esposizioni durante le principali occasioni ufficiali dell’epoca, quali la Permanente di Milano, le Biennali di Monza e di Venezia, Mazzolani si lega ad alcuna corrente artistica, mantenendo sempre una forte indipendenza e vivacità di pensiero.

Nella sua produzione, molto ampia e variegata, si colgono diverse tipologie di opere, dall’attività scultorea pensata come funzione complementare di edifici residenziali di pregio a commesse pubbliche, come ad esempio il gruppo marmoreo di Angeli per la chiesa collegiata di Seregno.